I capillari è il modo più comune per chiamare le “teleangectasie” degli arti inferiori. Essi rappresentano un problema estetico molto sentito e diffuso, al punto che ne soffre oltre il 20% dei soggetti di sesso femminile.
Abbiamo intervistato il Dott. Demetrio Guarnaccia per conoscere qualche dettaglio su come affrontare il problema.
Abbiamo intervistato il Dott. Demetrio Guarnaccia per conoscere qualche dettaglio su come affrontare il problema.
COME SI CLASSIFICANO LE TELEANGECTASIE?
Esistono 2 tipi di classificazione dei capillari: le teleangectasie rosse e quelle blu.
LE TELEANGECTASIE ROSSE sono generalmente molto sottili, di colore rossastro o violaceo, frequenti ei soggetti giovani, che solitamente appaiono in conseguenza o di alterazioni dell’equilibrio ormonale (gravidanza, pillola, terapie ormonali o farmacologiche) o in risposta ad un evento infiammatorio.
LE TELEANGECTASIE BLU sono più grandi rispetto alle rosse e sono caratteristiche dei soggetti meno giovani (anche se non è una regola). Esse sono espressione di una insufficienza venosa e spesso si trovano associate a vene varicose.
ESISTE UN MODO PER ELIMINARE I CAPILLARI?
Le tecniche migliori per il trattamento delle teleangiectasie e delle vene reticolari sono la SCLEROTERAPIA,
il LASER TRANSDERMICO ed il LASER ENDOVENOSO.
QUAL È LA DIFFERENZA SOSTANZIALE TRA LE TRE METODICHE?
Il TRATTAMENTO SCLEROSANTE, è quello più diffuso ma anche quello più efficace, anche se presenta dei limiti, è inefficace per i capillari di calibro minore per l’impossibilità di controllare il flusso della sostanza iniettata all’interno delle ramificazioni venose, per il rischio di pigmentazione cutanea, e per la potenziale tossicità, ma soprattutto la necessità di numerose sedute di trattamento.
Il trattamento LASER TRANSDERMICO, invece, è stato introdotto con successo già da diversi anni, e risultando la metodica di scelta per la fotocoagulazione dei capillari di piccolo calibro ma non per quelle di calibro maggiore e per le vene reticolari. Le dimensioni di queste ultime, infatti, necessiterebbero dell’impiego di notevole potenza, e quindi eccessivo effetto termico, con conseguente danno cutaneo.
Il LASER ENDOPERIVENOSO, infine, è una metodica mini-invasiva che si sta diffondendo molto, ha dei grossi vantaggi, ma i risultati non sono ancora univoci. Essa porta la luce laser direttamente all’interno a contatto con il vaso da coagulare, attraverso una fibra ottica.
Ciò consente di coagulare direttamente i capillari e le vene reticolari dal loro interno, riducendo, così, al minimo i danni sui tessuti che circondano i vasi, anche in caso di movimento inaspettato dei pazienti.
I vantaggi della fotocoagulazione laser sono molteplici: nessun impiego di sostanze chimiche ma solo di luce, nessuna tossicità locale e sistemica, nessuna procedura chirurgica, nessuna cicatrice, nessuna anestesia locale (tranne che per le varici di calibro maggiore), mini invasività e minimo discomfort per la paziente, assoluta precisione, seplicità e ripetibilità di esecuzione.
Ciò consente di coagulare direttamente i capillari e le vene reticolari dal loro interno, riducendo, così, al minimo i danni sui tessuti che circondano i vasi, anche in caso di movimento inaspettato dei pazienti.
I vantaggi della fotocoagulazione laser sono molteplici: nessun impiego di sostanze chimiche ma solo di luce, nessuna tossicità locale e sistemica, nessuna procedura chirurgica, nessuna cicatrice, nessuna anestesia locale (tranne che per le varici di calibro maggiore), mini invasività e minimo discomfort per la paziente, assoluta precisione, seplicità e ripetibilità di esecuzione.
DOPO QUANTO TEMPO È POSSIBILE TORNARE ALLE PROPRIE ATTIVITÀ?
Tutti i trattamenti esposti permettono di ritornare alle proprie attività da subito, in quanto procurano solamente un po’ di bruciore, rossore e depigmentazione che gradualmente scompare.
Info: www.demetrioguarnaccia.com





