
Sabato 28 giugno, mattina, G.L., un geometra di 67 anni, viene ricoverato nel reparto di pneumologia dell’ospedale di Bassano del Grappa-Asl 3. Un suo polmone, il destro, è malato e avuto delle complicazioni. L’uomo non respira bene, ma ha il polmone sinistro che ancora appare funzionante. In tarda mattinata, quello stesso sabato, viene portato in ambulatorio per praticare una toracentesi al polmone malato. Era stata programmata. Un intervento ambulatoriale: una puntura della parete toracica per aspirare il liquido accumulato nei foglietti che rivestono il polmone.
Liquido che comprime l’organo respiratorio impedendogli l’espansione. E quindi la capacità di respirare.
Ma al di là del perché doveva essere sottoposto a toracentesi, i medici hanno sbagliato polmone. E hanno bucato il sinistro anziché il destro. La reazione è stata immediatamente drammatica. Nel giro di pochi minuti G. L. non respira più. È sempre lì, in ambulatorio. Attorno a lui è il caos. Accorre l’anestesista rianimatore. Tenta il possibile e l’impossibile, ma in poco più di un’ora non resta che constatare la morte del geometra.
Ma al di là del perché doveva essere sottoposto a toracentesi, i medici hanno sbagliato polmone. E hanno bucato il sinistro anziché il destro. La reazione è stata immediatamente drammatica. Nel giro di pochi minuti G. L. non respira più. È sempre lì, in ambulatorio. Attorno a lui è il caos. Accorre l’anestesista rianimatore. Tenta il possibile e l’impossibile, ma in poco più di un’ora non resta che constatare la morte del geometra.