Come già vi abbiamo anticipato nell’editoriale del secondo numero di MC – MAGAZINE (clicca qui per leggere il giornale), abbiamo chiesto alla dott.essa Lucia Lombardo di spiegarci in termini “tecnici” quella che noi abbiamo definito “diffidenza infettiva“.
Dott.essa Lombardo gli aspetti motivazionali e relazionali all’interno delle aziende possono influenzare il successo o il fallimento di un’impresa?
Gli aspetti motivazionali e relazionali sono molto investiti all’interno delle aziende, in quanto, sono stati riconosciuti, da oltre 20 anni, come un fattori critici di successo e di competitività.
La redditività di un’azienda non è legata esclusivamente a parametri quantitativi, ma anche a parametri qualitativi che consentono di mantenere nel tempo la capacità di conseguire risultati.
Non bastano le competenze tecniche, occorre investire sui comportamenti utili alle persone e all’organizzazione di lavoro.
Le motivazioni individuali e di gruppo, la soddisfazione professionale, il clima di rapporti, fanno impresa e rappresentano un business.
In tema di lavoro e di organizzazione, la motivazione e quindi i fattori individuali e di contesto che possono favorire l’impegno, sono correlati in maniera significativa alla produttività ed al raggiungimento dei risultati.
La motivazione è un a sorta di energia, un motore che ci spinge ad agire a mettere in atto dei comportamenti. Quando si parla di motivazione al lavoro in essa convogliano sia gli aspetti individuali (bisogni, valori, interessi, sia di contesto ( compiti lavorativi, organizzazione, relazioni sociali).
Si tratta, quindi, di un meccanismo dinamico in continua evoluzione, in quanto è soggetta a continui cambiamenti in funzione sia dell’evoluzione delle caratteristiche della persona sia del contesto lavorativo.
Inoltre, è relativa al comportamento organizzativo ed è strettamente legata all’esperienza di lavoro della persona.
Un fenomeno che spesso i manager osservano è una sorta di contagio demotivante, che si verifica quando all’interno di un gruppo di lavoro ci sono persone che si portano dietro e “dentro” esperienze di lavoro negative.
La probabilità percepita che un certo impegno produrrà determinati risultati è connessa al livello di fiducia che una persona ha nel portare a termine con successo un certo compito.
Un fenomeno che spesso i manager osservano è una sorta di contagio demotivante, che si verifica quando all’interno di un gruppo di lavoro ci sono persone che si portano dietro e “dentro” esperienze di lavoro negative.
La probabilità percepita che un certo impegno produrrà determinati risultati è connessa al livello di fiducia che una persona ha nel portare a termine con successo un certo compito.
Esperienze di lavoro negative riducono il livello di fiducia percepito, generano, di conseguenza, un atteggiamento di sfiducia che viene trasferito non solo nel nuovo contesto di lavoro ma diventa contagioso anche per i colleghi creando un circuito demotivante all’interno di un gruppo di lavoro.
Tutto ciò si verifica, secondo la psicologia sociale, grazie ad un processo di transfert psicologico o di influenzamento in base al quale i processi mentali, le emozioni e i comportamenti delle persone sono modificati dalla presenza di altre persone.
In che modo drenare e ridurre gli effetti di comportamenti demotivanti?
Per poter gestire tali comportamenti e atteggiamenti negativi bisogna prima di tutto riconoscerli. Successivamente sarà utile fare “azioni” di contenimento, rispettando gli accordi presi con il gruppo di lavoro e riducendo o limitando la conflittualità.
Tutto ciò consentirà di aprire un dialogo chiaro, positivo e costruttivo attraverso il quale proporre un cambiamento.
Ma le tecniche e le strategie, quando si tratta di persone e relazioni tra persone, funzionano solo se è possibile mettere in discussione sé stessi ed il proprio comportamento. Se individuo persone sfiduciate prima di interrogare gli altri devo potermi interrogare sul mio comportamento e sulla relazione che passa tra me e gli altri.
Ma le tecniche e le strategie, quando si tratta di persone e relazioni tra persone, funzionano solo se è possibile mettere in discussione sé stessi ed il proprio comportamento. Se individuo persone sfiduciate prima di interrogare gli altri devo potermi interrogare sul mio comportamento e sulla relazione che passa tra me e gli altri.
A questo punto è possibile introdurre atteggiamenti e comportamenti di fiducia, e laddove è possibile, inserire nel gruppo di lavoro persone motivanti e positive.
Per lo stesso processo di influenzamento sopra descritto, l’introduzione costante e continuativa di atteggiamenti positivi e di fiducia, dovrebbe attivare un contagio emotivo positivo.
A cura della dott.ssa Lucia Lombardo





