L’Oncologia non si tocca!. Tagli, pazienti preoccupati

L’Oncologia non si tocca!. Tagli, pazienti preoccupati
(ottopagine) Intervista al medico e ricercatore, oncologo di fama mondiale, Cesare Gridelli. Primario di oncologia è riuscito in 12 anni a garantire una eccellenza di primato mondiale per cura, diagnosi e ricerca dei tumori. Anche ereditari
Il miglior oncologo del mondo è Cesare Gridelli, esperto di polmoni del Moscati di Avellino. Napoletano, classe 1961, oncologo e ricercatore è al primo posto nell’indagine dell’americana Expertscape del 2014. Ricerche e terapia ogni giorno continuano a rendere l’ospedale di Avellino un punto di riferimento irrinunciabile e unico per tutto il Sud Italia.
Ma i tagli non perdonano e il blocco del turn over riduce e mette in crisi anche il reparto di oncologia. A giugno, con due specialisti in meno, chiuderà il laboratorio che rileva i tumori su base ereditaria. Ma la stessa prestazione ordinataria potrebbe essere a rischio, con chemioterapia e altre cure, se non arriveranno nuove unità lavoro.
A partire dai medici, che sono troppo pochi per andare avanti. Risultato? Anche i servizi essenziali che hanno, grazie al dottore Gridelli, assicurato un servizio indispensabile bloccando del tutto la migrazione sanitaria, sono in bilico. Come quello di radioterapia, per il quale le liste di attesa sono lunghe anche mesi. I tagli all’ospedale Moscati preoccupano i pazienti seguiti dai medici e i familiari «Se si riduce il personale si fa un torto a chi soffre e a chi lavora per aiutarlo». «Se si continua a non investire sulla sanità sarà un processo inevitabile – spiega il dottore Gridelli -. Mi trovo costretto a fare i conti e per questo, nonostante da noi arrivino pazienti da tutto il Sud Italia, non potremmo studiare e rilevare centinaia di casi di familiarità di malattie oncologiche». Infatti sono solo due i centri in Campania di riferimento per tutto il meridione, dando in pochi mesi risposte vitali per migliaia di persone.
 «E’ un massacro che continua da anni – spiega Gridelli -. Ho a disposizione otto medici e sono costretto a scelgiere tra servizi essenziali e ricerca. Per questo chiude il laboratorio. Devo rispettare la legge e fare i conti con la spending review e per rispettare la normativa che impone liste di attesa sotto le due settimane, per questo il laboratorio di prevenzione diventa meno necessario». Eppure in quell’ambulatorio trovano risposte migliaia di persone. Si tratta molto spesso di tumori a ovaie e mammella che massacrano intere famiglie. Per questo si indaga, con un semplice prelievo del sangue, dove si analizzano alcuni geni specifici. «Insomma se c’è quel gene scatta l’allarme. Si tratta di indagini comunque articolate con medici e psicologi per capire, nel caso di risultato positivo, cosa fare. Insomma, ci sono casa di fama mondiale come quello di Angelina Jolie. Ci serviamo di un software americano che mappa l’albero genealogico della famiglia, indaga l’evolversi e il manifestarsi della malattia.
di Simonetta Ieppariello
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