Ragazza cardiopatica salvata da una “clessidra” per il cuore, prima volta in Italia

Ragazza cardiopatica salvata da una “clessidra” per il cuore, prima volta in Italia

È un’altra storia a lieto fine, quella che si può raccontare dall’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma.

Per la prima volta in Italia, è stato utilizzato un dispositivo transcatetere innovativo (non ancora autorizzato in Europa, questa eccezione in via compassionevole è stata effettuata a causa delle severe condizioni di salute della paziente).
La ragazza, di anni 21, era affetta da una grave cardiopatia congenita: stenosi polmonare severa, un grave malfunzionamento della valvola polmonare che regola lo scambio di sangue e ossigeno tra cuore e polmoni. La sua situazione clinica rendeva impossibile un intervento a cuore aperto, motivo per cui i medici dell‘Unità di Cardiologia interventistica del Bambino Gesù, diretta dal dott. Gianfranco Butera, hanno chiesto di ricorrere alla procedura per via endoscopica del posizionamento delle valvole polmonari, attraverso l’utilizzo di un dispositivo transcatetere che è stato paragonato ad una clessidra.

 

Di cosa si tratta

Si tratta di un sistema (Alterra Adaptive Prestent) costituito da uno stent autoespandibile in metallo, che funge da riduttore del diametro dell’efflusso destro dilatato. Un condotto a forma di clessidra poi funge da base di appoggio per la valvola polmonare standard. Grazie a questo dispositivo è possibile intervenire per via endoscopica anche nel caso di dilatazioni dell’efflusso destro fino a 42-44 millimetri, contro i 29 millimetri al massimo gestibili con i dispositivi transcatetere tradizionali. 

È stato necessario il via libera da parte del Ministero della Salute per poter ricorrere a questa procedura, attualmente in uso solo negli Stati Uniti, ma che ha dimostrato un’ottima riuscita e reso possibile il rientro a casa della paziente a soli due giorni dall’intervento.