diventare caotico, confuso, disorganizzato e fonte di sofferenza, fino a prendere la forma
dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA).
per l’incidenza con le quali sono diffuse e continuano a diffondersi, ma anche per la
significativa sofferenza che provocano non solo in chi si ammala di un DCA, ma anche nei
familiari.
clinico si osservano sempre meno forme pure di anoressia e bulimia, sempre più spesso
forme miste.
Una persona che soffre di un DCA può attraversare fasi in un cui è prevalente un
comportamento anoressico e fasi in cui è prevalente un comportamento bulimico.
Incontrollata o Binge Eating Disorder. In questo caso grosse quantità di cibo sono
fagocitate senza condotte di eliminazione.
I DCA inoltre cambiano anche genere. Da sempre etichettati come psicopatologie
tipicamente femminili, riguardano sempre più spesso gli uomini.
I DCA nell’uomo si manifestano oltre che nelle forme classiche, più spesso come
Alimentazione Incontrollata, oppure nelle forme ancora poco conosciute di Ortoressia e
Bigoressia.
moda”.
Non si tratta né di capricci, né di malattie alla moda, in quanto nessuno sceglie di
ammalarsi di un DCA .Si tratta di psicopatologie piuttosto serie e complesse che possono
avere importanti conseguenze non solo per la salute psichica ma anche fisica.
Lo sviluppo di tali psicopatologie,sicuramente, trova terreno fertile in una società che vede
forti i messaggi di magrezza, bellezza, attenzione al corpo e al peso, ma tali messaggi
non sono sufficienti da soli a sviluppare un DCA, è necessaria la concorrenza di altri
fattori come quelli familiari , evolutivi e di personalità.
sopraelencati aumentano la probabilità di ammalarsi di un DCA.
Il comportamento alimentare è una funzione che risente dei condizionamenti culturali e
familiari , quindi, può essere appreso.
Poiché i primi apprendimenti avvengono in famiglia, è innegabile come il modo di
alimentarsi dei genitori influenza quello dei figli.
Il gusto, il genere, le abitudini alimentari possono essere educate, orientate ed apprese.
possono insegnare ai figli “come si mangia”. Un secondo livello è rappresentato da
programmi di educazione alimentare che si possono sviluppare nelle scuole coinvolgendo
insegnati e genitori.
Educazione primaria e secondaria non rappresentano una garanzia sicura, ma
certamente sono importanti fattori protettivi che abbassano la probabilità di ammalarsi di
un disturbo alimentare.





