confusione terminologica che certamente non aiuta noi psicoterapeuti a far
capire chi siamo, che tipo di trattamento forniamo, quali sono le differenze
con altri tipi di interventi, ma non aiuta neppure i pazienti a capire cosa
aspettarsi, cosa cercare e chi cercare.
Tale confusione terminologica nasce da una sovrapposizione storica tra
psicoanalisi e psicoterapia che ha visto sempre confondere e assimilare la
figura dello psicoanalista con quella dello psicoterapeuta.
Da un punto di vista terminologico psicoanalista e psicoterapeuta sono
utilizzati come se fossero la stessa cosa.
In realtà, non solo esiste una differenza terminologica, ma anche una
specificità di intervento.
Inoltre, per riferirsi allo psicoterapeuta si utilizzano in modo indiscriminato i
termini analista, terapista, psicoterapista, e altre varianti.
Tale confusione è alimentata dai molti orientamenti in psicoterapia che non
aiutano a comprendere la differenze e la specificità tra una psicoterapia ad
orientamento sistemico-relazionale, un’altra ad orientamento una cognitivo
– comportamentale, un’altra ancora ad orientamento analitico, per citarne
alcuni.
Lo psicoterapeuta è un laureato in psicologia o medicina che ha conseguito
una specializzazione quadriennale o quinquennale in psicoterapia in
uno dei seguenti indirizzi: psicoanalisi, analitico-transazipnale, cognitivo-
comportamentale, sistemico-relazionale, gestaltico, bioenergetico-corporeo.
La professione dello psicologo e l’esercizio della psicoterapia sono
professioni sanitarie regolamentate dalla legge 56/89.
La psicoanalisi è un tipo di psicoterapia, cioè, indica un metodo di lavoro
nell’ambito della psicoterapia, ma non è l’unico metodo che utilizza le
parole per curare.
Lo psicoanalista è dunque uno psicoterapeuta specializzato in
psicoanalisi.
Nell’ambito delle psicoterapie esistono differenti pratiche di lavoro che
possiedono tutte uguale valenza di diagnosi e cura del disagio psichico.
Altri tipi di psicoterapie sono quelle ad orientamento analitico, sistemico
relazionale, cognitivo-comportamentale, gestaltiche, bioenergetico –
corporeo, analitico -transazionale.
nell’ambito degli orientamenti menzionati ci sono ulteriori specializzazioni.
Tali pratiche di lavoro possono essere paragonate ad una sorta di “linguaggi”,
ciascuno con una grammatica e sintassi.
Le psicoterapie funzionano tutte a diversi livelli, molto dipende dall’esperienza
e dall’abilità del clinico di utilizzare quel particolare linguaggio appreso nella
relazione psicoterapeutica con il paziente.
La mia opinione personale è che tutti gli psicoterapeuti, non solo gli
psicoanalisti hanno un “obbligo” prima di tutto di etico-personale e poi
professionale di fare un percorso di psicoterapia su se se stessi, percorso
che va sempre alimentato e nutrito.
continua formazione, supervisione, e capacità di mettere in gioco se stessi
nella relazione con l’altro.
Personalmente ho fatto un psicoterapia psicoanalitica, ho scelto poi di
specializzarmi e lavorare come psicoterapeuta ad indirizzo sistemico-
relazionale.





