In Italia le malattie cardiovascolari sono ancora responsabili del 44% di tutti i decessi. Si stima che nei pazienti colpiti da infarto miocardico, la probabilità di avere una ulteriore ischemia cardiaca, ovvero un nuovo ricovero ospedaliero, supera il 40-50% solo nel primo anno.
Questi ulteriori eventi sfavorevoli hanno spesso luogo nonostante l’impiego dei migliori farmaci disponibili. Si tratta di una condizione nota come “rischio cardiovascolare residuo”.
In pratica, per “rischio cardiovascolare residuo” si intende la probabilità di un paziente che ha già avuto un problema in passato di andare incontro ad un nuovo evento cardiovascolare maggiore, nonostante il trattamento con le terapie standard raccomandate. I farmaci disponibili sono infatti efficaci nel tenere sotto controllo alcuni parametri, quali a esempio ipertensione arteriosa, colesterolo e glicemia, ma spesso non sono sufficienti.
Diversi fattori influenzano infatti il rischio cardiovascolare residuo. Oltre gli elementi noti come colesterolo, pressione arteriosa e diabete mellito, sono da considerare il fumo, l’adiposità addominale e i trigliceridi, microparticelle lipidiche che circolano nel sangue. I trigliceridi contribuiscono a indurre una risposta infiammatoria nelle pareti delle arterie e favoriscono, unitamente al colesterolo, la formazione delle placche aterosclerotiche.
Il ruolo dei trigliceridi è stato riconsiderato con attenzione solo recentemente. Diversi studi hanno infatti rilevato che pazienti con normali livelli di colesterolo ed elevati livelli di trigliceridi presentavano un’aumentata incidenza di infarto miocardico ed ictus.
Proprio in questo nuovo scenario si inserisce ora icosapent etile. Si tratta di un estere altamente purificato dell’acido eicosapentaenoico (Epa), uno degli acidi grassi poli-insaturi comunemente estratti dall’olio di pesce. Nel grande studio Reduce-It, che ha studiato oltre 8000 pazienti ad alto rischio con elevati livelli di trigliceridi (≥ 150 mg/dL), questo nuovo agente terapeutico si è dimostrato efficace nel ridurre l’incidenza di eventi cardiovascolari rispetto alla terapia convenzionale.
Icosapent etile, grazie alla sua formulazione altamente purificata di Epa, ha dimostrato di avere un effetto significativo, in termini di sicurezza ed efficacia, non solo nella riduzione dei livelli di trigliceridi, ma anche su una serie di altre componenti clinicamente rilevanti, come il rischio aritmico. L’aspetto interessante è che il suo effetto sembra essere in qualche misura indipendente dai trigliceridi. Infatti, altri trattamenti farmacologici in grado di abbassare i livelli dei trigliceridi non hanno avuto un impatto favorevole sulla prognosi clinica dei pazienti. Solo icosapent etile è risultato efficace nel ridurre i trigliceridi e dimostrare al tempo stesso un beneficio clinico significativo.
* Presidente Anmco e Direttore Cardiologia clinica e riabilitativa dell’Ospedale San Filippo Neri Asl Roma 1





