La ricerca scientifica dona una nuova speranza: i vertici dell’Ircss Istituto di scienze neurologiche di Bologna hanno presentato a Chicago, al congresso oncologico mondiale della American Society of Clinical Oncology, i risultati di uno studio internazionale che ha coinvolto 331 pazienti nel mondo.
Lo studio, condotto dai massimi esperti mondiali, mira a rallentare la progressione dei gliomi a basso grado, un raro tumore al cervello che colpisce 2-3 persone su 100.000 l’anno, tendenzialmente di giovane età compresa tra i 30 e i 40 anni. Chi ne è colpito ha un’aspettativa di vita di 10-15 anni. Ad oggi, il trattamento terapeutico dei tumori cerebrali ha sempre previsto intervento chirurgico, seguito da chemio e radioterapia, ma non era mai stato individuato un bersaglio efficace su cui potesse avere effetto alcun farmaco ad azione mirata.
Al recentissimo studio, che ha dimostrato l’efficacia del nuovo farmaco Vorasidenib nel rallentare la progressione della malattia nei pazienti con glioma a basso grado, già operati, che presentano una mutazione genetica specifica, ha partecipato anche Enrico Franceschi, direttore dell’Oncologia del Sistema Nervoso dell’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna e coordinatore delle linee guida italiane della Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM).
Meccanismo di azione del nuovo farmaco:
Quando il tumore presenta la mutazione Idh, produce un metabolita tossico (oncometabolita) che ne promuove la crescita e l’infiltrazione. Proprio sulla mutazione dell’enzima Idh va ad agire il farmaco Vorasidenib, inibendola e rallentando quindi significativamente la crescita tumorale. Il farmaco si è dimostrato utile anche nella riduzione degli episodi epilettici spesso correlati proprio alla presenza del glioma. Ciò si traduce in tempo prezioso guadagnato, durante il quale si riesce a tenere ferma la lesione tumorale, rallentando il ricorso alla chemio o alla radioterapia, e migliorando dunque la qualità di vita del paziente.
Ora il farmaco dovrà seguire le tempistiche dell’iter regolatorio e l’approvazione delle autorità registrative negli Usa ed in Europa prima di poter essere somministrato ai pazienti con questo tipo di tumore, ma con ottime probabilità questo è l’inizio di importantissimi traguardi raggiunti dalla ricerca scientifica nel contesto del trattamento delle patologie di natura oncologica.





