
Queste le immagini condivise poi sui social network dagli opearatori sanitari.
“Se dal lato umano è comprensibile il tentativo di scaricare lo stress legato a turni di lavoro massacranti e condizioni di lavoro spesso al limite del burnout con atteggiamenti e meccanismi entrati a far parte ormai della vita di tutti i giorni, dal lato professionale non è accettabile e ammissibile che si confonda la vita reale con quella virtuale, specie se nella prima sono coinvolti i pazienti che ai professionisti affidano la loro salute e la loro integrità, fisica, morale e anche sociale”, spiega Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione dei Collegi Ipasvi, che insieme al Collegio di Napoli, sta verificando eventuali partecipazioni di loro iscritti, ricordando anche che gli infermieri sono sottoposti, oltre alle norme del codice deontologico, a regole precise che la Federazione ha dettato proprio in merito all’utilizzo dei social.