(Corriere del Mezzogiorno) Dispetti, gelosie e invidie: primari contro all’azienda ospedaliera e universitaria «San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona» di Salerno. Il clima tra chirurghi del nosocomio e docenti della facoltà di Medicina, costretti da sempre ad una difficile convivenza, si è fatto di nuovo molto incandescente e a pagarne le spese sono non solo gli studenti, spesso sballottati di qua e di là, ma anche gli stessi pazienti che dovrebbero invece affrontare la degenza nell’assoluta serenità. In questi giorni la direzione generale del Ruggi e il rettorato del campus di Fisciano hanno una brutta gatta da pelare: il vero e proprio conflitto di poteri nella divisione di chirurgia d’urgenza dove ci sono un primario ospedaliero, il dottor Pasquale Ardimento, e un primario universitario, il professore Domenico Lombardi, titolare della cattedra di chirurgia generale e d’urgenza, ai ferri corti.
La vicenda – È proprio Lombardi, 67 anni, originario di Nola e per anni responsabile del reparto di chirurgia d’urgenza del policlinico Federico II di Napoli, a denunciare quanto sta accadendo. «Ho accettato nel 2011 l’incarico di docente nella neoistituita facoltà di Medicina di Salerno — inizia a raccontare Lombardi — nonostante molti colleghi me lo sconsigliassero, qualcuna la definiva addirittura ‘un verminaio’. Era un’avventura che mi piaceva affrontare ». Nel contratto sottoscritto con l’allora rettore Raimondo Pasquino e l’allora direttore generale del Ruggi Attilio BIanchi, oggi direttore generale dell’ateneo salernitano, era previsto espressamente che Lombardi avrebbe dovuto esercitare funzioni primariali in collaborazione con il primario facente funzioni ospedaliero.
I rapporti – «Ardimento si dimostrò disponibilissimo con me – riprende il chirurgo – tanto è vero che altri colleghi, che litigavano in continuazione con gli ospedalieri, mi guardavano con invidia. Loro si erano pentiti della scelta, io no». Lombardi è nominato direttore della scuola di specializzazione in chirurgia d’urgenza e si mette d’accordo con il primario ospedaliero di dividere a metà il reparto senza prevaricare l’uno sull’altro. «Quando arrivano gli specializzandi — continua — ho necessità di utilizzare tutta la mia metà del reparto, cosa che fino ad allora non avevo fatto: poiché per legge ogni specializzando deve avere tre pazienti a disposizione, io ho quattro specializzandi e quindi ho bisogno di dodici posti letto, esattamente la metà del reparto. A questo punto Ardimento chiede di ufficializzare la divisione e così scriviamo una lettera a Vincenzo Viggiani, il nuovo manager dopo la parentesi di Elvira Lenzi. Inizialmente dice di no, poi si convince e firma l’atto».
Le difficoltà – È a questo punto che i rapporti tra i due primari s’incrinano: «Ardimento vuole tutto il reparto e poiché non può disconoscere l’accordo scritto richiesto da lui aizza contro di me i suoi aiuti che mi ostacolano e mostrano fastidio per la presenza dei miei specializzandi in sala operatoria, li trattano come sottoposti». Insomma, una convivenza impossibile. «A questo punto — riprende Lombardi — decido di affrontarlo e di chiedergli il perché di tale comportamento. Lui mi risponde che i miei specializzandi parlano male di lui». L’ultimo atto è la sospensione decisa da Viggiani dei 12 posti letto assegnati a Lombardi perché è «necessario avere un unico primario». Già, ma chi la spunterà tra i due? L’intrigo continua.





