La rinite cronica costituisce uno dei più frequenti disturbi che causano allontanamento dal lavoro o, quantomeno, di distrazione dalle nostre attività quotidiane: tutti noi abbiamo provato quanto sia fastidioso il raffreddore.
Lo studio delle cellule del naso è la nuova arma diagnostica che si è aggiunta all’esame endoscopico nasale e le prove allergiche. – ci spiega il dott. Pierluigi Franco – Le cellule nasali vengono prelevate con una piccola spatola dalla porzione anteriore del naso senza dolore né sanguinamento: affinché il campionamento sia considerato bene effettuato non devono essere presenti cellule del circolo sanguigno e dunque non bisogna lesionare la mucosa di rivestimento delle cavità nasali.
Dopo opportuna colorazione il vetrino, al microscopio ottico a contrasto di fase, ci permette di avere delle preziosissime informazioni utili nella diagnosi differenziale delle malattie del naso tanto che, tale metodica, sempre più rapidamente si sta affermando come necessaria ed insostituibile.
Paradossalmente, la diagnosi differenziale tra raffreddore cronico a genesi allergica e quello non allergico è realizzabile esclusivamente con la citologia nasale in quanto le sole prove allergiche non permettono di escludere con certezza allergie misconosciute non testate in panel standardizzati.
La presenza nel naso di cellule normalmente presenti solo nel sangue come i granulociti Eosinofili ci orienterà verso la diagnosi della temibile NARES (Non Allergic Rhinitis Eosinofilic), malattia altamente invalidante causa di starnuti, naso chiuso e secrezione liquida nasale permanenti.
Un abbondante tappeto di linfociti nel reperto citologico, inoltre, ha sovente permesso di anticipare diagnosi di linfomi maligni e di anticipare tempestivamente le relative cure oncologiche.
La citologia nasale è utile per la chirurgia del naso?
La citologia nasale è diventata rapidamente necessaria alla chirurgia del naso per la analisi prospettica standardizzata della possibilità di “recidiva” della poliposi nasale a seguito di intervento di microchirurgia endoscopica funzionale dei seni paranasali: è infatti dimostrato che determinati quadri citologici sono compatibili con alta ed altissima possibilità di recidiva dei polipi anche nel breve-medio periodo tanto da inficiare la indicazione stessa all’intervento chirurgico.
Lo studio a contrasto di fase della motilità delle cellule ciliate, monitorato a video dal paziente stesso, permette di studiare il movimento delle “cellule spazzino”, unica difesa contro le infezioni in naso, laringe, trachea e bronchi: i batteri ed i grossi virus vengono infatti imbrigliati nel muco e spazzati via senza avere la possibilità di inserirsi tra le cellule ed iniziare l’infezione.
In malattie come la fibrosi cistica avremo serie alterazioni della motilità ciliare che diventano spesso incompatibili con la vita del giovane paziente e la diagnosi precoce è semplicemente effettuata nel nostro ambulatorio di citologia.
È possibile usarla anche in altri ambiti?
Dopo la morte le cellule ciliate continuano a muoversi per un periodo standardizzato a velocità decrescenti e questo ha permesso di migliorare le tecniche tanatologiche per stabilire l’ora precisa del decesso. La citologia nasale è dunque diventato esame fondamentale ed insostituibile anche per la polizia scientifica, a dimostrazione quanto una metodologia apparentemente banale si stia rendendo utile e necessaria allo specialista rinologo e rinochirurgo.





