
Una riorganizzazione generale che permette «a tanti ospedali di non essere chiusi perché devono essere e rimanere presidi ospedalieri, fondamentali per la nostra rete di emergenza».
«La politica deve restare fuori dalla sanità». Nel giorno in cui presenta la riorganizzazione della rete ospedaliera, il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, lancia «un appello alle responsabilità di tutti». «Premesso che il gioco politico c’è sempre – dice – quando ci sono misure concrete e quando si toccano, si vedono, non facciamo promesse e non vogliamo farne». «Facciamo solo cose concrete e quando significa non chiudere strutture ospedaliera come quelle a Torre del Greco e Scafati». Un rilancio, per Caldoro, che sottolinea: «Dovremmo esserne tutti contenti». «Non è una questione maggioranza e opposizione – aggiunge – sono cose positive per la nostra regione, non si tratta di un argomento di polemica politica». «Tutti – conclude – dobbiamo remare nella stessa direzione per migliorare la nostra sanità».
«Dopo anni di blocco finalmente abbiamo iniziato con 1118 nuove assunzioni».
Gli ospedali interessati. Riduzione dei ricoveri fuori Regione, più posto letto, la nascita e l’avvio delle reti cliniche integrate, dell’emergenza, «tempo dipendenti», neonatale. Soprattutto presidi sanitari per i quali era prevista la chiusura in base al decreto 40-2010, resteranno aperti. il vado del Loreto Mare e degli ospedali di Scafati e Torre del Greco.
Chiusi dal decreto 49-2010c sono riattivati i pronto soccorso di Scafati, Oliveto Citra e Cava de’ Tirreni, nel Salernitano, Torre del Greco e Loreto Mare per Napoli, Maddaloni, nel Casertano. Accanto a questi sono programmato altri 2 pronto soccorso nell’Ospedale Calilupi di Carpi e nel presidio di Roccadaspide. Per i punti di primo intervento, la struttura di Castiglione di Ravello viene annessa al Ruggi di Salerno. I tempi di attuazione dipendono, come ha spiegato Mario Morlacco, subcommissario alla sanità, da motivo tecnici. «Il provvedimento è stato messo a sistemata lo scorso 24 febbraio – ha spiegato – e l’abbiamo inviato al Ministero della salute».
Il piano prevede un nuovo modello di riorganizzazione delle cure primarie attraverso un accordo già stipulato con i medici della medicina generale e quelli prossimi con gli specialisti ambulatoriali e i pediatri di famiglia. La mobilità passiva ha fatto registrare una diminuiti zone dei ricoveri fuori Regione: dai 92.200 del 2009 si è passati agli 80.754 del 2013, con un recupero, in termini economici, considerando anche l’aumento di mobilità attiva, dai 20 ai 30 milioni annui.
Il piano prevede anche il potenziamento dei posti letto per la riabilitazione e la lungodegenza: in programma i posti letto sono 2990 di cui 2187 per la riabilitazione e 803 per le lungodegenze dopo la fase acuta. Infine per i servizi psichiatrici di diagnosi e cura, sono previsti il potenziamento dei posti letto che da 196 attivo nel 2013 passeranno a 234 con il nuovo piano e la riduzione della mobilità interregionale.