Dopo i casi di Francia, Spagna e Cipro anche in Italia, fino a poche ore fa, si è temuto il peggio, un immigrato somalo è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Umberto I a Roma, uno dei riferimenti della capitale per le malattie infettive, con i sintomi da ebola: febbre alta, forte sudorazione e perdite di sangue dal naso. Dopo i primi accertamenti i medici hanno escluso l’ipotesi di contagio, infatti l’uomo è stato colpito da un attacco di epilessia.
A rassicurare definitivamente gli animi un comunicato trasmesso dalla Regione Lazio: “Il paziente K.D. ricoverato presso il reparto di malattie infettive del Policlinico Umberto I non risulta affetto da alcuna patologia infettiva trasmissibile, la diagnosi è relativa ad una crisi epilettica”.
Una nuova impennata di paura, invece, avviene negli Stati Uniti dove è stato registrato il primo caso di contagio. Si tratta di un’infermiera dell’Health Presbyterian Hospital di Dallas che ha preso parte alle cure di Thomas Eric Duncan, il primo malato di ebola arrivato negli USA e morto la scorsa settimana. La donna è in stato di isolamento e si cerca di capire i motivi del contagio, a quanto pare, secondo le autorità l’infermiera avrebbe violato le norme di prevenzione.





